Penso che Palmieri abbia prodotto immensi sforzi per arrivare a determinare un punto di vista davvero originale. Nelle sue immagini non ci sono momenti, non ci sono fatti e le inquadrature traggono volutamente in inganno e ci spiazzano di continuo. La sua visione ha più a che fare con la sparizione. Un gesto generoso, il suo, che intende privilegiare quel possibile intreccio armonico tra la visione e il pensiero. Se esiste una vera grammatica delle immagini, è da qui che possiamo cominciare la ricerca.
— Denis Curti

Stanze

Fotografie, 2017-2018
Stampa a getto di inchiostro su carta Hahnemühle, dimensioni variabili, ed. 1/5

Catalogo con testo a cura di Denis Curti

 


STANZE

6 marzo - 2 aprile 2019
Galleria Antonia Jannone
Milano

 

 

 

 

Con il suo tratto caratteristico che descrive e ricostruisce situazioni in cui lo spazio rimane l’elemento da indagare, Marco Palmieri analizza la poetica di spazi intimi e domestici grazie alla presenza della luce e della sua ambigua immanenza.

Una ricerca che si svolge in questa nuova serie di fotografie di grande formato, otto Stanze stampate a getto di inchiostro su carta cotone Hahnemühle e montate su alluminio.

I soggetti di queste rappresentazioni sono luoghi minimali e scarni, spazi angusti in cui netti tagli di luce definiscono e abitano di volta in volta lo spazio puro e monocromatico. Bucature, squarci, feritoie permettono alla luce di invadere le stanze e rivelare la propria forza come elemento in grado di trasformare lo spazio, di renderlo percepibile trasformandone il vuoto in pieno.

È una ricerca introspettiva in cui l’artista non ritrae spazi esistenti ma spazi astratti, che idea e progetta appositamente, per poterli poi fissare come immagine attraverso l’uso della fotografia.